giovedì, novembre 20, 2025

Lo stesso libro (di F. Pinotti, La lobby ebraica) lo sto leggendo pure io...

ma ma poi quasi un quarto di libro che  fuori tema. Fa un excursu storico non richiesto, non necessario, se il modello del concetto di lobby cui oggi attenersi è quella del classico "La Israel Lobby e la politica estera americana" di Mereasheimer e Walt, tutto incentrato sui meccanismo odierni che condizionano tutta la produzione legislativa americana, ad opera di associazioni di cui la più nota è l'AIPAC. Noi in Italia siamo messi ancora più male, perché soggetti alll'egemonia, al dominio degli Usa controllati dall'Aipac, ed in più dal lobbismo nostrano. Fino alla parte del libro che ho letto ho dato questo giudizio sintetico: un libro di ben 450 pagine (altro che "libercolo") espressione esso stesso “della” lobby ebraica, che non un libro "sulla" lobby, utile per capire cose che è necessario capire.

L'autore  Pinotti ce la mette tutta, fin dalle prime pagine, a scongiurare di poter apparire come "antiebraico". Infastidisce perfino il normale lettore con il suo gettare le mani avanti: non sono antisemita, non sono anti-ebreo, maledetti gli antisemiti, di cui peraltro non riesce a dare un chiaro concetto, una chiara ed incontrovertibile definizione.ma ne do un giudizio diverso, finora (pagina 84 di 450), pure negativo, ma diversamente negativo da quello direttore del CDEC, che dovrebbe rientrare anche lui nel concetto di "lobby ebraica". Questo Eletto Signore si permette, si arroga il diritto di redigere una sorta di liste di prescrizione, senza che nessuno se ne possa difendere e possa reclamare, per giunta pagato con i soldi nostri.

Fin dove ho letto, trovo una prefazione di Moni Ovadia, che avrebbe dovuto servire come scudo e parafulmine all'autore, ma che ignora il concetto elaborato da Gilad Atzmon sull'«antisionismo sionista», L'autorità censoria,  la cima, sarebbe quella dell'Eletto Gadi Luzzato Voghera, di cui riferisce una delle numerosissime testata dell'hasbara, ossia della Lobby: «Israele.net - Notizie e stampa», specializzato nella traduzione italiana di articoli presi per lo più dalla stampa israeliana. 

Ma vediamo come il libro è visto dallo stesso ambiente ebraico, dal CDEC!

«Salotti buoni»? bah! Non è questo che può interessare in sede scientifica. Il libro può essere letto anche in un cesso, non necessariamente in un salotto, buono o non buono. Bisognerebbe chiedere agli psicanalisti perché mai questo riferimento al "salotto buono" come esordio.

Certo, non tutti gli ebrei sono ricchi sfondato, ed anche tra di loro ci sono gli ebrei "poveri", nella cui fascia si augurava da parte di altri ebrei che vi potesse finire anche Norman G. Finkelstein, noto autore della «Industria dell'Olocausto». Gli si augurava da parte di altri ebrei di finire sul lastrico, per dover andare al mercato come un ebreo povero che cerca la frutta che costa di meno. Ma detto questo, non è storicamente infondato il rapporto con la finanza da parte di esponenti dell'ebraismo: per tutti quel Rotschild, rappresentante del sionismo, al quale Balfour indirizzò la famosa Lettera. Quanto ai nomi e cognomi ebraici non vi è da stupirsi se più o meno sono sempre gli stessi. Non sono mai stati numerosi.

Se il Gadi Luzzatti, citato da Israele.net, sia stato o sia un "agente sionista” è cosa che non sappiamo e che non ci sembra in tema.

Ah, "salotto buono" sarebbe lo stesso "Corriere della Sera", che io qui però ricordo per un particolare che mi si è fissato nella memoria: la notizia letta sul web, dove dovrebbe ancora trovarsi, secondo la quale l'ambasciatore israeliano andava a tenere seminari proprio in questo "salotto buono"! Un "salotto buono" che fortunatamente ogni anno, insieme ad altri salotti, perde sempre più lettori e vende meno copie! Ci auguriamo il rapido declino della carta stampata, o almeno di questa carta stampata.

E si! dobbiamo stare all'attualità ed il direttore del CDEC se ne esce con un libro del 1937, di Paolo Orano, sugli ebrei di allora. L'uomo non sembra voglia capire ed ammettere il nocciolo del problema, della questione. Per lui, a quanto pare, non si deve parlare della cosa! Il solo parlarne costituisce "antisemitismo", e lui ha il potere di mettere in lista di proscrizione quelli che osano parlare o scrivere di cose che non si deve.

Che il sionismo sia un movimento "risorgimentale" e non una forma gravissima di razzismo lo dice e lo certifica lo stesso Gadi Luzzatto Voghera: e se lo dice lui, vale più che se lo dicesse il papa, anzi no, un intero Concilio riunito allo scopo! Quanto a Moni Ovadia poco gli serve essere pure lui un ebreo! sarà magari un "ebreo che odia se stesso", una comoda categoria coniata apposta per iò dissidenti ebrei. Un ebreo lui stesso antisemita!

Insiste, nel cambiare discorso! Gli anni trenta del secolo scorso sono appuntopassati da cento anni! Il genocidio in Gaza è ancora in corso ed è tutt'altro che concluso, ed è opera del... sionismo, “movimento risorgimentale", secondo il direttore del CDEC, censore di 49 milione di italiani, che guai a loro se sgarrano! Ai tempi dell'Indice stavamo meglio! Il controllo non era così istantaneo e capillare!

E non gli basta il 1930! Vuole risalire ancora più indietro, ai primi del Novecento, ai Protocolli, che a loro volta riprendeva un falso dell'Ottocento. Di tempo non ne è passato e non si vuole che passi!

(riprendiamo più tardi: abbiamo un'incombenza)

Riprendo, ma chiudo subito: il recensore, censore, non riesce a dire nulla sul libro, ignora anzi nega il problema che esiste e che è stato magistralmente trattato da Mearsheimer e Walt,



Per Fiammetta Loro hanno vinto...


Non si sa chi ha perso... Certamente, hanno perso i morti da loro ammazzati, ma non si sa bene cosa loro abbiano vinto?

La nostra gratitudine per il "lavoro sporco" che avrebbero fatto per "noi", dove il "noi" è una estensione indebita che i governanti alla Merz estendono ai loro governati, in Germania, Europa, Italia, le cui voci però loro non sentono e nemmeno si preoccupano di sentire, se non ogni cinque anni in una farsa elettorale che consiste in una croce anonima di un pezzo di carta. La chiamano democrazia! 

Dalla Fetida Rassegna di oggi prendiamo atto di ciò che ci comunicano mediante il web, che è ormai il luogo massimo della pubblicità globale. Che non si "sia capito" è cosa sempre possibile per ognuno; che si voglia "mentire" non ha per noi nessun senso, mentre lo ha tutto per chi tenta di nascondere o negare un genocidio che mai nella storia fu più documentato e certificato. Staremo a vedere quanti vorranno immergere le loro mani in un sangue che non cessa di scorrere. Quanto poi agli F35, se gli Usa non li vendono, si può trovare altrove di meglio ed a miglior prezzo! L'idea dei sionisti sarebbe quella di imporre un sovrapprezzo: te li vendo, se normalizzi con Israele. Questo il ragionamento. Ma come abbiamo spiegato nel precedente, non è detto che il principe saudita non si faccia altri conti, ed in ogni caso, qualunque cosa decida, non sarà lui a fermare la Resistenza, e se tenta di farlo, potrebbe rimetterci le penne il giorno in cui i popoli arabi decidessero di darsi altri assetti di governo. Quel che è certo e tutti vediamo è che in tutto il mondo il genocidio palestinese sta destando le coscienze ed il senso etico e morale dei popoli.

• Il senso ed il valore della "patria" non è la stessa cosa della cittadinanza, che è un concetto giuridico. Una cittadinanza può essere data o acquisita. Di cittadinanze possono perfino aversene più di una o anche nessuna, come è il caso degli apolidi. I "cittadini italiani di religione ebraica" hanno già in tasca la cittadinanza israeliana, solo che la chiedano: non devono aspettare una vita come il palestinese al quale i tedeschi hanno tolto la cittadinanza tedesca appena concessa e per la sola colpa di aver ricordato la patria palestinese!  La patria è in genere un rapporto affettivo con il luogo nel quale si nasce o del quale si hanno i primi ricordi, l’imprinting umano, ed insieme con il luogo in sé le persone che in quel luogo convivono, insieme con chi ci ha dato la vita. È anche vero che i governi stanno facendo di tutto per privarci di una patria, come luogo degli affetti. Ci vogliono individui da poter spostare insieme con le merci ed i mezzi di produzione là dove servono o sono richiesti. Assistiamo anche ad una profonda lacerazione che è l'emigrazione forzata, lo sradicamento dalla propria terra, dai propri luoghi, dalle proprie radici, dai propri affetti: vallo a spiega alla Santus, della Fetida Rassegna, che all'università di Torino ci andava con la bandiera di Israele. Ma oggi succede anche un fatto alquanto singolare. L'attaccamento dei palestinese alla loro terra fino all'estremo sacrificio fa ricordare a noi tutti un valore di patria che si era annichilito. In un certo senso è come se la Palestina diventasse la nostra patria, la patria di noi tutti, senza averci mai messo piede. Le nostre manifestazioni a favore dei palestinesi significa un riconoscimento universale del valore di patria, che i Tedeschi - "popolo di polli", ora cucinati ed arrostiti – vanno sempre più perdendo. Ricordo il caso di un tedesco, di cui non faccio il nome, di nascita tedesco, cittadino tedesco, ma ebreo, al quale decenni or sono in Roma, al Goethe Institut, era stata organizzata un "serata in onore", ma lui ci sputava sopra dichiarando di non sentirsi tedesco, da suscitare in me la convinzione che si trattasse di un cittadino israeliano. A questo sono stati ridotti ogni i tedeschi: alla condizione esistenziale di vero e propri zombi.

– «In Germania Hamas è classificata come organizzazione terroristica; definirne i miliziani “eroi” non è un’opinione politica, ma un’apologia del terrorismo.» E chi lo dice? Se il "genocidio" è ormai un preciso istituto giuridico, disciplinato da convenzioni fra gli stati e da profonde elaborazioni dottrinali nonché da pronunciamenti giudiziari e da una giurisprudenza consolidata, non è che "terrorismo" possa essere qualsiasi cosa che ad Israele piaccia indicare come tale, e quindi passare a degli assoluti servi come i tedeschi perchè la facciano approvare dai loro parlamenti asserviti. Per il giovane palestinese in questione si tratterà ora di vedere che lo prenderanno, le metteranno su un areo militare tedesco o israeliano, e lo paracaduteranno su Gaza, in modo che l'esercito israeliano possa completare per conto dei dei tedeschi il "lavoro sporco" che hanno ripreso ad accelerare dal mitico 7 ottobre 2023. Cercheremo di seguirne gli sviluppi. 

• Sono anni che si tenta di introdurre anche in Italia il modello tedesco, il quale se viene esteso a tutto il mondo, ben si giustificherebbe l'immagine della piovra, sia o non sia essa "antisemita"! Il Boicottaggio (BDS) è stato un mezzo efficace e non violento per abbattere l'apartheid in Sud Africa, che ha oggi ha promosso una causa per accusare Israele di "genocidio". E per averne documentazione non occorre aspettare nessuna sentenza di tribunale: mai genocidio fu meglio documentato nella storia!

• Che esiste in Palestina un movimento di resistenza, anche armata, è cosa di per sé ovvia, che può essere riconosciuta da chiunque, quale che siano le sue tendenze sessuali, anche non condivisibili. Di certo nonci si può aspettare che sia riconosciuto dallo stesso Israele, che ha tutto l'interesse a reprimerlo, fino al genocidio e alla pulizia etnica, e nemmeno che sia sostenuto dall'Hasbara, o da politici e parlamenti occidentali corrotti e ricattati dal Mossad.

• Il “consiglio di pace", come già il "processo di pace" seguito agli Accordi di Oslo sarà una tragica barzelletta tutta sa seguire. È stato spiegato dai migliori analisti, non quelli televisivi dei talk show, perchè mai Russia e Cina si siano astenuti nel voto al Consiglio di Sicurezza. Se diminuiscono il numero dei morti ammazzati ogni giorno, anche di una sola unità, questo è un fatto di per sì positivo. Ma per tutto il resto il cosiddetto "piano di pace" è una "gatta nel sacco". È pieno di contraddizioni che non potranno che deflagrare da qui a poco.

Ma perché Hamas dovrebbe essere una organizzazione "terrorista"?


La risposta è semplice: perché lo ha stabilito Israele, sguinzagliando la sua Lobby presso le assemblee parlamentari degli Usa, d'Europa, d'Italia, che a suo piacimento può rivoltare come un calzino! Le ultime stragi in Libano confermano ciò che Israele ha sempre fatto da quando esiste con denominazione "Stato di Israele", cioè dal 1948, ma anche da prima, a partire da quando l'Impero britannico pensava di poter disporre della Palestina come di una sua proprietà da poter regalare a chi volesse. E si può andare ancora indietro nel tempo, al 1882, quando i primi sionisti sbarcano in Palestina, avendo già nella testa, nell'idea stessa di sionismo, quello che oggi tutto il mondo vede: un genocidio, concepito ben prima della Shoah, del fascismo, del nazismo. Se non ce ne accorgiamo tutti con immediatezza, è perché l'Hasbara ed il Mossad hanno fatto il loro lavoro, e continuano a farlo, imbrigliando tutta la comunicazione e corrompendo o ricattando quelli che comandano: vedi Epstein, che però è solo un esempio. Si pensì pure alla rete dei sayanin, la cui esistenza fu rivelata da un ex agente del Mossad, che credo sia scampato alla morte, vuotando il sacco perima che potessero ucciderlo i suoi stessi commilitoni, i quali non avrebbero avuto più motivo - credo - una volta che il sacco fosse stato vuotato. Ma sono davvero innumerevoli già quelli noti i fatti terribili che meritano l'appellativo di terroristici, e che non lo sono perché fatti da Israele stesso. Ciò che Israele fa è legittimo, santo, auto-difensivo per definizione! La stessa cosa fatta in reciprocità da altri è terrorismo antisemita! Non possiamo continuare la lasciarci prendere per i fondelli, a lasciare insultare la nostra intelligenza oltre che a lasciar violare impunemente il nostro senso etico e morale, la nostra idea di politica e di convivenza pacifica fra i popoli.

Gli Accordi di Abramo sono un bluff


Se si vanno a leggere o sentire le notizie confezionate dall'hasbara e ripetute in ogni occasione dai suoi uomini, come Maurizio Molinari, si parla di vittoria su sette fronti, con la conseguenza di una estensione dei Patti di Abramo e dell'inizio di un nuovo Medio Oriente, dove Israele è in centro di un nuovo Impero mediorentale: la Grande Israele dall'Eufrate al Nilo! Se si vanno invece a leggere gli eventi con la ragione e non con la vista delle devastazioni militari sul campo, si ha il quadro delle convenienze strategiche e del declino dell'Impero americano, che è sempre stato dietro Israele. Non voglio però mettermi a disegnare scenari ed azzardare previsioni. È solo la sensazione ricavo sul “Il Contesto” dalla conversazione fra Giacomo Gabellini e Salvo Ardizzone, le cui analisi trovo molto meglio argomentate di quanto offrono i servizi televisivi, i talk show, gli eventi prodotti dal sionismo nostrano, che sempre analizziamo se disponibili in rete. Infine, un dato che per me appare essenziale e decisivo: la questione palestinese è ritornata ad essere centrale non solo in Italia, ma in tutto il cosiddetto Occidente e rivela una frattura crescente fra società e governi che sempre più appaiono come espressione di interessi e poteri stranieri. In Italia poi, se si vanno a ricostruire i fatti storici, il sionismo ha avuto una sua base fin da epoca fascista, tolta la cesura del 1938. Ma ci ritorneremo sopra con progressivi approfondimenti, tenendo presente due aspetti fondamentali: l'Hasbara, cioè l'immagine di Israele che la Lobby ci ha finora imposto attraverso il controllo capillare della comunicazione e del discorso, della Narrazione, e la penetrazione del Mossad in tutti i gangli del potere, anche in Italia, soprattutto in Italia, cose quest'ultime che non possiamo chiaramente sapere, ma che possiamo intuire, potendoci fidare del nostro intuito quando le notizie e i documenti mancano.

mercoledì, novembre 19, 2025

Per chi abita in Roma, il 27 novembre 2025, Incontro sulla Palestina

 Apprendo di questo evento, dove penso di recarmi. Non sono tra gli organizzatori, e penso di recarmici come pubblico. Darò conferma dell'evento il giorno prima: in Roma non si può mai sapere se un evento annunciato  che riguarda la Palestina avrà poi luogo. In genere, interviene la Comunità ebraica per impedirne lo svolgimento. È già successo numerose volte e ne sono stato testimone.

Se del caso ne parlerò al ritorno. Chi volesse venire, può essere un'occasione di incontro.



Esiste anche una Unione delle Comunità Palestinesi in Europa!

La quale si è riuscita a Madrid il 16 novemre ed ha emesso un suo Comunicato qui ripreso da Invicta Palestina e che riportiamo integralmente.

Dichiarazione finale rilasciata dalla sesta conferenza dell’Unione delle comunità e istituzioni palestinesi in Europa

Con lo slogan “Insieme affrontiamo il genocidio, sosteniamo la fermezza e costruiamo ponti di ritorno”, si è tenuta a Madrid, in Spagna, la Sesta Conferenza dell’Unione delle Comunità e Istituzioni Palestinesi in Europa. La conferenza si è conclusa con la pubblicazione della sua dichiarazione finale, il cui testo integrale è riportato di seguito:

Madrid – 14-15 novembre 2025

La conferenza si è tenuta in un clima di elevata responsabilità nazionale, in concomitanza con l’aggressione in corso contro Gaza e l’escalation dei crimini di occupazione in Cisgiordania e a Gerusalemme. Ciò ha conferito ai suoi lavori un carattere militante e storico, riflettendo l’entità della sfida che il nostro popolo deve affrontare in patria e nella diaspora.

All’inizio dei lavori, la conferenza ha reso omaggio al popolo palestinese in patria e nella diaspora, al popolo tenace ed eroico di Gaza che affronta una guerra di sterminio sistematica e incessante da oltre due anni, alla Cisgiordania che resiste fermamente agli attacchi dei coloni e all’aggressione crescente, alla giudaizzazione e all’espansione degli insediamenti, a Gerusalemme che è soggetta a sistematici attacchi e alla profanazione dei suoi luoghi santi, e ai territori palestinesi occupati all’interno di Israele che affrontano continue politiche di repressione e discriminazione razziale. La conferenza ha inoltre reso omaggio alle comunità palestinesi in tutto il mondo, in particolare in Europa, che hanno continuato il loro lavoro in difesa dei diritti del popolo palestinese e della sua giusta causa, e nel sostegno al movimento di solidarietà internazionale.

La conferenza ha espresso il suo più profondo orgoglio e rispetto per i martiri del nostro popolo, che hanno irrigato il suolo della patria con il loro sangue puro, per gli eroici prigionieri nelle carceri dell’occupazione e per i feriti che hanno sopportato sofferenze in difesa della dignità della Palestina e del diritto del suo popolo al ritorno, alla libertà e all’indipendenza.

La conferenza ha reso omaggio ai movimenti di solidarietà in tutto il mondo, in particolare in Europa, che si sono schierati al fianco del popolo palestinese e hanno contribuito a contrastare la guerra di sterminio e i crimini dell’occupazione.

Durante i suoi dibattiti, la conferenza ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale si impegni per porre fine all’occupazione del territorio palestinese occupato, che costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale. Ciò include la fine della realtà imposta alla Striscia di Gaza e l’obbligo per la potenza occupante di adempiere alle proprie responsabilità legali ai sensi del diritto internazionale, tra cui la revoca dell’assedio imposto alla Striscia, l’apertura del valico di Rafah e il permesso di ingresso di tutti i beni di prima necessità senza restrizioni o condizioni.

La conferenza ha affermato che le operazioni di soccorso devono essere gestite esclusivamente dalle istituzioni palestinesi e dalle agenzie delle Nazioni Unite, e ha respinto qualsiasi interferenza da parte di istituzioni gestite dalle potenze occupanti o straniere.

L’Unione ha affermato il suo pieno sostegno all’unità nazionale palestinese e ha sottolineato che l’amministrazione della Striscia di Gaza e i suoi affari interni sono una questione puramente palestinese, senza alcuna tutela o interferenza esterna.

La conferenza ha riaffermato il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla libertà e all’indipendenza.

La conferenza si è impegnata a contrastare la normalizzazione con l’occupazione e a contrastare l’ingerenza israeliana negli affari europei. Ha sottolineato la necessità di recidere tutti i legami politici, militari, economici e culturali con l’entità sionista, compresi i boicottaggi accademici ed economici.

I partecipanti alle sessioni della conferenza hanno discusso le modalità per sostenere la fermezza del popolo palestinese sulla propria terra, i meccanismi per affrontare i crimini dell’occupazione nei forum europei e per attivare il ruolo palestinese in Europa a livello politico, mediatico e legale.

La conferenza ha esaminato il lavoro dell’Unione tra le due conferenze e le precedenti risoluzioni. È stato eletto un nuovo Segretariato Generale dell’Unione, guidato dal Dott. Salah Zaqout. La conferenza ha approvato un programma d’azione nazionale che includeva compiti esecutivi per la fase successiva, volti a rafforzare la presenza palestinese in Europa e a sostenere la lotta del nostro popolo per la libertà e il ritorno. Ha adottato una strategia d’azione per la fase successiva e ha ribadito quanto segue:

Affrontare il genocidio nella Striscia di Gaza e le sue ripercussioni con tutti i mezzi di lotta.

Impegno a contrastare la normalizzazione con l’occupazione e a contrastare l’ingerenza israeliana negli affari europei.

Necessità di proseguire gli sforzi per recidere tutti i legami militari e politici con l’entità sionista e imporre un boicottaggio economico, culturale e accademico dell’occupazione sionista.

Riaffermando il proprio impegno a proseguire la lotta nelle arene europee in difesa della giustizia e della libertà.

Espandere la propria presenza e influenza nel sostenere la fermezza del nostro popolo.

Intensificare gli sforzi per chiamare le autorità di occupazione sionista a rispondere delle proprie azioni a tutti i livelli politici e militari, garantendo giustizia alle vittime del nostro popolo palestinese e ponendo fine alle sofferenze del nostro popolo a causa del genocidio.

Gloria ai martiri, libertà ai prigionieri e una pronta guarigione per i feriti… e il diritto al ritorno è inalienabile.

Unione delle Comunità e Istituzioni Palestinesi in Europa

Madrid – 16 novembre 2025

martedì, novembre 18, 2025

Greta a Verona

Non si tratta di "par condicio" come la Fetida Rassegna pensa debba essere. Per convincersene basta mettere al posto dello Stato Ebraico di Israele 1948-2025) lo Stato Nazista di Germania (1933-1943), ed al posto di Aschwitz (1943-45) la prigione a cielo aperto di Gaza (2026-2025) e nessuno avrebbe esitazioni di sorta. Ogni università d'Italia ha autonomia decisionale. Può darsi che all'università di Verona l'influenza della "lobby ebraica" o della "Israel lobby" sia più forte e radicata che altrove. È un buon indizio da cui partire per indagare. Il libro di Pinotti sulla Lobby Ebraica, che ho iniziato a leggere incomincia a deludermi. Più che un libro "sulla" lobby mi sembra essere un libro "della" lobby per tutelare se suessa e demonizzare i possibili critici. Quanto a Verona cercheremo di saperne di più. L'inchiesta sulla Lobby la stiamo facedo noi più che non Ferruccio, il quale ci ha scitto sopra un libro.

– Non è detto, però. Oggi è martedi, Greta è attesa per venerdì. Gli studenti di Verona hanno tutto il tempo per una mobilitazione: se il Rettore non toglie il divieto, certamente troveranno una sede alternativa, ed al Rettorato resterà lo scorno, il demerito: sono forse a sostegno del genocdio in Gaza? Dovranno dirlo chiaramente ed avranno poco da nascondersi con pseudoargomentazioni che non convinceranno nessuno.

– E che c'entra qui la par condicio? Mica Greta è candidata ad elezioni regionali o comunali! Mica gli Studenti sono il lista! Di "tecnico" non vi è nulla!

– «Sono gli stessi antagonisti che negli stessi atenei vietano di parlare a chi non la pensa come loro.» Già! E voi come la pensate? Siete dei progen? Ossia a favore del genocdio in Gaza, del "lavoro sporco" che qualcuno dovrebbe fare in vostro nome? Non c'è bisogno che lo diciate: è nei fatti! Fatti concludenti!

– «Alla Sapienza di Roma hanno vietato di parlare perfino a Benedetto XVI.» Sono fra i colpevoli, oggi pentito, che allora non volevano che il papa tenesse la Prolusione inaugurale, che ha un significato tutto particolare. Era in difesa della laicità della Sapienza. Poi hanno daro un honoris causa ad un ebreo, con la motivazione che non avendo potuto terminare le scuole ellementari perchè colpito dalle leggi del 1938... Quindi poco più che analfabeta, ma insignito di honoris causa... Io subito pensai: e chi a otto anni fu mandato a lavorare?  Non si trattava in ogni caso di non poter parlare: poteva farlo nellacappella interna alla Università. Di norma una Proluzione veniva fatto da un docente della stessa università e riguardava temi scientifici... Poi hanno fatto venore pure Barroso! Era diventato un fatto pubblicitario! Non più un bilancio di natura sceintifca riguardante le attività della stessa università!

• Ben vengano le contestazioni a tutto ciò che reca il nome di Israele! Se lo si fa a torto per la Russia, con il patrocinio del governo, a maggior ragione le si possono e devono fare contro Israele! Non si può proprio qui ammettere così sfacciatamente il doppio standar!

lunedì, novembre 17, 2025

Una buona mossa per far gettare la maschera

In realtà, gli ebrei della Palestina occupata e fuori non hanno mai voluto uno stato palestinese. Non è contemplato nello statuto del sionismo, prima ancora che nello statuto di Hamas venisse inserito la cancellazione dello stato di Israele. È da sempre una commedia degli inganni che il genocidio rede trasparente. La mossa di Hamas, cioè depongo le armi, se riconosci ed consenti la creazione dello stato di Israele, è seguita dall'immancabile rifiuto, come si legge nella odierna Fetida Rassegna. Esilarante: loro, cioè l'entità sionista «sono uno stato di diritto»! Le solite rappresentazioni di parte per le qualinoi aspettiamo le verifiche dei fatti, ma non ci si risulta che siano stati stracciati gli accordi fra Arabia Saudita e Iran, dicui nella fetida rassegna on si fa menzione alcuna, ma si aspetta l'avallo ulteriore del Patti di Abramo che significano l'affossamento di ogni ipotesi di stato palestinese. Oggi il consiglio di sicurezza dovrebbe approvare il cosiddetto Piano di Pace escogitato da Trump. Sono curioso di vedere cosa ne verrà fuori. Attenzione! Non posso saperlo, ma sospetto che gliarticli dellaFetida Rassegna siano spesso dettati dal Mossad, o comunque esprimono sempre gli orientamenti dell'Entità sionista.

Odio, niente altro che odio, odio santo, avallato e protetto se indirizzato verso i cittadini eitaliani o europei di religione islamica, ma subito criminalizzato e represso si si invece si tratta di qualche sia pur lieve critica ad Israele. Questo è l'andazzo al quale non prestiamo soverchia attenzione.

• L'Occidente, ossia l'occidentalismo è il contraltare dell'orientalismo di cui aveva magistralmente parlato E. Said.  Non esiste allo stesso mondo in cui non esisteva e non esiste l'orientalismo! È miserabile il tentativo di ingabbiarci in un concetto identitario che non ha nessuna rispondenza con la realtà: io sono uno del Sud! Anche se di un Sud magnogreco da cui malamente viene estratta l'idea di Occidente, che nella sua realizzazione storica, l'Impero britannico, o anglosionista, è qualcosa da cui discolparso chiedendo perdono ai popoli che sono stati oppressi e sterminati dai Civilizzatori.

• Possono aversi su Arafat valutazioni politiche contrastanti, ma non è da dubitare che fosse un giusto rappresentante del suo popolo e che merita di essere ricordato, al pari e non meno dei nostri Garibaldi, Cavour, Mazzini, Vittorio... Messo a confronto coni criminali genocidari israeliani non dovrebbero esservi dubbi di sorta su chi scegliere.

Non si vergognano!

• La sicurezza in Italia esiste se si tratta di difendere i muri di qualche edificio ebraico dai rischi di possibile imbrattamento. Non esiste se si tratta di difendere cittadini italiani non di religione ebraica. Detto in soldoni!


domenica, novembre 16, 2025

CUFI. Allucinazioni americane: il mondo che chiese cristiano-sioniste: 1. Il cufi

 Per allargare il nostro spettro di analisi del sionismo decidiamo di analizzare direttamente non più lo sparuto ed insignificante cristiano sionismo che si trova presso di noi raccolto dal sito in lingua italiano “Notizie su Israele”, ma di accedere direttamente al centro dell'Impero, attingendo alla Intelligenza Artificiale che ci ha indicato le principali chiese di questo genere, che hanno loro siti accurati, e fornito di traduzione automatica, che così si presenta:

«Essendo la più grande organizzazione pro-Israele negli Stati Uniti, con oltre 10 milioni di membri, Christians United for Israel (CUFI) è la principale organizzazione cristiana che educa e incoraggia milioni di americani a parlare e agire con una sola voce in difesa di Israele e del popolo ebraico. La diversità di CUFI, in termini politici, etnici, generazionali e confessionali, massimizza il nostro impatto nelle comunità, nei media, nei campus e nella capitale del nostro Paese. CUFI si impegna a contrastare l'indifferenza e a combattere l'antisemitismo in tutte le sue forme, ovunque si manifesti.»

Non ci sono le prove? E che vuoi di più dell'«evidenza empirica»?

 Ma questo di più ti vine pur dato dalla Relatrice ufficiale dell'Onu, Francesca Albanese, nel suo ultimo rapporto: mai genocidio fu meglio decoumentato nella storia. Perfino Witkof in visita a Gaza ha constato una distruzione simile alla bomba atomica. Ma la Fetida Rassegna che non ha pudore è specializzata nel negare quella che Alessandro Orsini, sulla base della letteratura sologiologica chiama «evidenza empirica», data da occhi, udito, olfatto!

Per me 70.000 vittime in Gaza è un numero sottostimato, ma fossero soltanto 7 (sette) le vittime sarebbero pur sempre troppe! Io ne calcolo oltre due milioni,  cioè tutta le popolazione di Gaza ed anche quella della Cisgiordania, includendo anche i sopravvissuti, che ogni giorno soffrono le conseguenze della "distruzione intenzionale di un popolo", quello palestinese. Come è stato chiaramente spiegato dalla Relatrice Onu, Francesca Albanese", un genocidio non è dato da un preciso numero, che sia sopra o sotto una data soglia" ma dalle "intenzionalità" della "distruzione” di un popolo in quanto tale, ed in qualunque forma o con qualunque mezzo ciò venga perseguito.

Non possono esserci dubbi! 

Sionismo, antisionismo, antisemitismo

Credo di avere ormai raggiunto una sufficiente chiarezza su questi concessit e sulle necessariare distinzioni da fare:

– Possono essere e dichiararsi sionisti anche dei non-ebrei, intendendo però come i fatti e l'osservazione domostrano che sionismo significa primatismo razziale a carattere globale, e perciò questi signori sono antisemiti in quanto attribuiscono agli ebrei quel razzismo che nel 1975 perfino l'Onu dichiarò essere nella natura del sionismo.

- Degli ebrei - per nascita o per pratica di religione - possono dichiararsi ed essere sionisti, ma in questo modo fanno coincidere sionismo ed ebraismo, e nella misura in cui il sionimo è razzismo, essi sono ebrei razzisti: è nella loro libera determinazione scegliere cosa vogliono essere: in questo caso razzisti e primatisti, secondo la definizone data, che essi l'accettino o no. In ogni caso, la controversia sulla definizione deve essere risolta. Non può restare generica. Deve essere oggettiva. E per essere oggettiva deve essere data da soggetti terzi. Non può essere una definizone a piacimento ed a proprio comodo. Il genocdio in Gaza è in assoluto il più documentato delle storia e quello che maggiormente rientra nelle definizioni tecnico-giuridiche e giudiziarie che ne sono state date finora.

– Altri ebrei possono dichiararsi antisionisti, ma se sentono il bisogno di dichiararsi tali in quanto ebrei, e non semplicemente antisionisti coem chiunque altro senza bisogno di ulteriore specificazione, allora sono in ultima analisi pure ess sionisti in quanto antepongono la loro ebraicità ad ogni cosa. Sono antisionisti sionisti, ed in definitica essi stessi antisemiti nel senso di antigiudaici con opposizione alla concezione per la quale l'ebraismo è soltanto una religione e non un popolo, una razza, una etnia, o meglio gli antisonisti sionisti optano per la concezione secondo cui gli ebrei sono un popolo che si sovrapponne e contrappone a tutti gli altri popoli.

sabato, novembre 15, 2025

Non abbiamo nulla a che fare con l'Ucraina...

un paese manipolato e corrotto, ma abbiamo un governo che ci ha portato in guerra contro la Russia che non era noostro nemico e ci vendeva il gas ad un quarto di quello che paghiamo ora agli Usa, e che si è reso complice nel genocidio dei palestinesi. Ieri sentivo il ministro della difesa che professava il suo amore e sostegno per l'Ucraina. Avrei capito che tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo indebitandoci, a favore dell'Ucraina, fosse stato fatto per la Libia, con cui avevamo un Trattato di amicizia. A lume di logica e buon senso è difficile capire la condotta di un governo che dice di essere il nostro governo e che dovrebbe fare i nostri interessi e tutelare le nostre libertà ed i nostri diritti. Invece abbiamo un governo che palesemente è contro il popolo italiano, imprigiona e minaccia di prigione i suoi cittadini che manifestano contro un genocidio in atto, un governo che ha consegnato i suoi cittadini alle prigioni di un governo genocidario e criminale come quello di Israele, un governo che più asservito e vassallo non poteva essere, un governo che come una sanguisuga si alimenta dalle nostre tasse, togliendo a noi pane e companatico.

Fino a quando sopporteremo, fino a quando ci lasceremo ingannare e menare per il naso da stampa e televisioni asservite a questo regime!

venerdì, novembre 14, 2025

Eccezione sì, ma in senso tutto patologico: la Germania!

Dalla Fetida Rassegna estraiamo oggi un solo link, con un articolo di Giulietto, che si occupa di Germania, il "popolo dei polli", come scriveva R.P. Sieferle, in suo volume postumo, scritto in un'epoca in cui la Germania poteva corogiolarsi nella sua prosperità. Oggi è in caduta libera ed in Cina, dove va a bussare, non la ricevono neppure, non le aprono neppure la porta! Ma in compesnso ostenta il suo asservimento estremo, patologico, verso Israele. La cosa mi suscita una pena immensa, per il grande amore che ho sempre avuto per la cultura tedesca. Tocca rassegnarsi ed aspettare il giro dei tempi. Intanto però possiamo registrare i progressi della patologia!

Poco o nulla sappiamo di questo Sansal, ma leggiamo da Google: «Arrestato, imprigionato e poi condannato arbitrariamente dalla giustizia algerina, senza mai aver potuto ottenere il diritto alla difesa, Boualem Sansal è diventato un simbolo di coraggio e di lotta per la libertà di espressione.» (Fonte) Caspita! Mi dico! Ma a che titolo proprio la Germania parla di libertà di espressione quando le sue carceri brulicano di persone imprigionate proprio per reati di opinione!

Cito sempre un caso di cui appresi per telefono:

• Anni addietro, un padre di famiglia, con due figli a carico, ebbe una condanna a nove mesi di carcere senza cnodizionale, per aver letto e prestato un libro, il cui autore per averlo scritto scontava dodici anni di carcere! Il padre di famiglia, con due figli a carico, disse al giudice che no, lui il libro non lo cnodivideve, proprio no, ma riteneva che dovesse esservi libertà di pensiero per chi lo aveva scritto!

Malgrado mie accanite ricerche, non sono riuscito ad avere una statistica ufficiale dei procedimenti giudiziari avviati per reati di opinione in Germania. Avendo a disposizione dati per pochi anni, su questa base,partendo dal 1994, anno di istituzione del reato della Auschwitzslüge per il quale aveva protestato Ernst Nolte, a me venivano allora 200 mila procedimemti penali, e sono da allora passati più di dieci anni. Non posso io stesso dare credito alla mia estrapolazione, ma quello era il numero che mi veniva, e per questo desiderei tanto avere dati ufficiali. Anche chiedendoli ad un parlamentare, non sono riuscito ad ottenerli!

In realtù, non credo che interessi un bel nulla ai "neonazisti" tedeschi, ossia sionisti,  la libertà di pensiero ed espressione di cui questo Samsal sarebbe un eroe, ma interessa invece in suo orientamento anti-islamico. Magari, fosse vero che in Germania ci si interessasse di libertà di pensiero, non importa di chi o sucosa! Ma non crediamo proprio chele cose stiano come le mette Giulietto, "colonna" portante del Foglio! Articoli del genere più che scritti sembrano dettati da qualche Ufficio israeliano. Quanto poi ad una simile Germania, precipitata in tanto ottundimento, mi sembra salutare lo smacco appena subito in Cina. La speranza è che la crescente recessione, dovuta a stupidità istituzionale, induca i cittadini tedeschi a liberarsi quanto prima da così illiberali ed asserviti governi.

Da ridere, seppur amaramente: perfino un tagliagole come il nuovo presidente siriano denuncia l'avanza terrortoriale di Israele, verso la Grande Israele. Quanto alla battuta su Monaco, non è indovinata: non solo fino a Monaco è arrivato il potere di Israele, dove c'era già, ma fino a Berlino, dove dispone del governo tedesco, come si apprende dalla notizia sopra data!

• Per chi ha vissuto la stagione delle "stragi di Stato” non è difficile immaginare che si ricorra a quei meto di per intorbidare le acque di una crescente consapevolezza dei giovani e degli student sul “genocidio" palestinese che resta in atto, non essendo certo cessato a seguito di un sedicennte piano di pace. Si farà di tutto per arrestare la crescita di un Movimento!